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martedì 25 ottobre 2011

Cento di questi maestri

Uno come lui, "con un cognome così", porta con sé saggezza e lungimiranza, chiarezza e visione.
Uno come Marco Rossi-Doria, maestro di strada, rappresenta una testimonianza fondamentale per il Mezzogiorno e per l'Italia, una voce autorevole che si distingue nettamente dal chiassoso chiacchiericcio di tanti cattivi maestri,  i quali da tempo si dividono la scena tra coccodrilli sui giornali di partito e curiose sortite su fantomatiche forze anti-leghiste.
Dopo la due giorni di Bologna in cui ha parlato di scuola, Rossi-Doria ci regala una lettera dal sapore dolceamaro sulle condizioni attuali del Mezzogiorno d'Italia, un'analisi lucida mista ad un rinnovato impegno personale per una questione, quella meridionale, che ce l'ha impressa nei cromosomi.
La lettera, la trovate qui:


Cosa vuol dire essere moderati?

Ale Siro mi piace, è un ragazzo sveglio e si alimenta di ottime letture.
Sabato ha duettato con Rosy Bindi e il suo discorso, a metà tra intervento e apologo, ha catturato l'attenzione di tutta la platea perché Alessandro è assai bravo a spiegare in modo semplice e coinvolgente delle faccende terribilmente serie.

Questo il passaggio che mi ha convinto di più:
dobbiamo essere radicali negli obiettivi e realistici nei passi concreti per arrivarci. La capacità umana di immaginare il cambiamento sociale è limitata. I tentativi di immaginare un futuro migliore sono spesso semplicistici e schematici; di solito si propone l'esatto opposto dello stato presente, invece di qualcosa di semplicemente diverso. Il problema è che spesso siamo incapaci di immaginare come raggiungere grandi obiettivi attraverso i lenti e piccoli progressi conquistati a furia di compromessi e concessioni all'avversario.
 Chiaro, no?